| La storia romana è piena di storie che non sempre vengono citate, specialmente degli imperatori.
Gli imperatori romani sono stati famosi anche per la loro eccentricità. Alcuni esempi? Prendiamo Caligola, noto per la sua follia (anche se dicono che non fosse proprio pazzo, e che questa connotazione ce l'abbia data Tacito, essendo lui storico di parte): pretese l'elezione a console del suo cavallo, oppure ordinò ai suoi soldati di arrestare e uccidere tutti i calvi, o ancora convocò i senatori in seduta straordinaria per chiedere consiglio su quanto grande doveva essere la padella nella quale cucinare un gigantesco rombo che gli avevano regalato. Dopodiché c'è Nerone, altro imperatore molto famoso per essere uno scarso artista e un imperatore sanguinario. Ma circola anche una storiella che quasi nessuno conosce: chiedendosi, alla maniera di Re Salomone, che cosa provassero le donne incinte durante la gestazione, Nerone volle provare. Allora chiamò dei medici e disse loro di voler provare ad essere incinto. I due poveri malcapitati allora prepararono un beverone vagamente soporifero e lo fecero ingerire all'imperatore assieme ad una piccolissima rana. La bestiola, rimanendo viva ancora per un poco e movendosi all'interno della pancia di Nerone, gli diede una sensazione simile a quella delle gestanti in avanzata gravidanza. Coscienti tuttavia della brevissima durata del trucco i due medici non attesero di ricevere i ringraziamenti e fuggirono a gambe levate per non cadere vittima dell'ira dell'imperatore. O ci sono anche i ricordi dei famosi pranzi dell'imperatore Eliogabalo (203-222 d.C), in cui l'imperatore allestiva sontuosi banchetti con pietanze simili alle sue...ma interamente fatte di legno, e i commensali dovevano pure mangiarlo sennò avrebbero rischiato la morte!
E parlando di racconti romani...avete mai sentito parlare del "Santaro"?
Si narra che nei primi anni dell'800 a Roma ci fosse un "santaro", un venditore di santini (all'epoca Roma era ancora capitale dello Stato Pontificio), molto irriverente e anti-Papa che si sedeva sulle gradinate delle chiese e gridava: "UN BAJOCCO, CINQUE SANTI! E er Papa aùffa!" E così fece fino a quando il simpatico annuncio non giunse alle orecchie delle guardie papaline, che lo presero e senza tanti complimenti lo incarcerarono. Un mese dopo il santaro fu rimesso in libertà e cominciò a riprendere la sua attività. Un giorno stava lavorando come sempre sulle gradinate di una chiesa, gridando come sempre: -UN BAJOCCO, CINQUE SANTI!- Al che passò un tizio e gli disse: -E er Papa aùffa?- Ma il santaro, che in prigione si era fatto furbo e pensando che quel tizio fosse una spia delle guardie, lo guardò negli occhi e gli disse: -Nun se frega er santaro!- E ricominciò a gridare: "UN BAJOCCO, CINQUE SANTI!"
Note: il Bajocco era la moneta corrente nello Stato Pontificio e rimase in uso fino al 1865
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